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Come scegliere il miglior trattamento per il vostro legno all’esterno

Il legno, antico materiale da costruzione

Il legno è il più antico materiale da costruzione utilizzato dall’uomo e i nostri Rascard ne sono la testimonianza più evidente. Sin dal 1500, pini abeti e larici venivano tagliati seguendo le fasi lunari, scortecciati, segati e lasciati a stagionare. Solamente dopo questa operazione molto importante venivano utilizzati per costruire case, balconi, scale ecc.


Oggi bisogna tener conto che lo sfruttamento industriale del legno non permette il rispetto severo delle tradizioni e di quelle pratiche di gestione necessarie per avere legno di qualità ma troppo costose, di conseguenza i legni che vengono usati per i nostri balconi, staccionate, rivestimenti ecc. non sono cresciuti in Valle d’Aosta, forse non sono stati tagliati con la luna giusta e soprattutto non hanno subito il processo di stagionatura naturale necessario per ottenere tavole stabili e che fessurano poco.

Altro punto riguarda poi la qualità del legno, che nei serramenti è stata studiata e normata, ma nelle costruzioni generiche è invece normalmente meno elevata, con frequenti inserimenti di nodi e sacche di resina.
Un ultimo elemento che determina un degrado veloce dell’opera è relativo all’umidità del legno posato. Quando questa è troppo elevata il suo successivo rilascio provoca tensioni interne che spesso sono causa di svergolamenti e spaccature anche molto evidenti, come si nota quasi sempre nelle travi del tetto.

I fattori di degrado biologico (o naturale)

Il degrado del legno all’esterno è sempre causato da 3 diversi fattori: l’azione diretta del sole, l’umidificazione causata dall’acqua ed in maniera marginale dall’attacco di possibili piccoli insetti, definiti generalmente “tarli” che alle volte si trovano già presenti in forma larvale su legni di importazione o tagliati in momenti sbagliati. Normalmente però questo non è un fattore di rischio biologico importante Il sole invece aggredisce la superficie del legno non soltanto con il suo calore, ma anche con i raggi ultravioletti, che agiscono sulla superficie del supporto generando un cambiamento del suo colore anche a distanza di poche settimane o mesi. Ma soprattutto indebolendo i legami della lignina e favorendo quindi il distacco di fibre di legno. Questo è soprattutto un danno estetico.

Il maggior rischio è invece legato all’azione dell’acqua che, sotto forma di pioggia, rugiada o neve, causa un aumento del contenuto di umidità del legno e sviluppo di funghi dell’azzurramento e della marcescenza. Questo è il rischio maggiore perché incide sulla durata strutturale dell’opera. Se dunque è richiesta una lunga durata d’esercizio in un manufatto in legno è bene chiedere un legno selezionato, stagionato naturalmente (almeno 12 mesi) e proteggere il legno il più possibile dal ristagno di umidità e dall’azione diretta del sole.

La protezione costruttiva

Significativo, per la protezione del legno all’esterno come balconi, gazebo o arredo giardino è il ruolo giocato dalla verifica scrupolosa che l’acqua non ristagni sull’opera e che non ci siano elementi con umidificazione frequente.

Nei balconi l’elemento di maggior rischio è costituito principalmente dal fatto che l’estremità bassa del paletto verticale è annegata nella traversa inferiore che essendo normalmente piatta, favorisce il ristagno di acqua liquida. Il legno del paletto essendo tagliato “di testa” assorbe tutta l’acqua depositata nella parte piatta del traverso, creando una situazione umida e particolarmente critica per la formazione di marcescenza. Se fate attenzione ai vecchi balconi, è sempre la parte bassa a marcire per prima (vedi foto). Una leggera pendenza di quest’ultima consentirebbe meglio all’acqua piovana di scorrere via ed evitare il problema.

Anche il piantone che unisce gli elementi orizzontali del balcone, è tagliato in maniera orizzontale, favorendo l’assorbimento dell’acqua piovana e dell’umidità generata dal ristagno di neve e rugiada, esponendo anche queste parti ad un attacco simile a quando detto in precedenza. Anche in questo caso una leggera inclinazione o meglio ancora la copertura con elementi di sacrificio, aumenterebbe significativamente la durata. Ma questi fattori di rischio possono essere variabili, a seconda della sporgenza della falda del tetto, a seconda del piano al quale è fissato il balcone, a seconda dell’orientamento al sole e a seconda dell’altitudine e dell’umidità della zona. Sicuramente un balcone di una mansarda sotto un tetto molto sporgente, esposto a Nord in clima secco, avrà più probabilità di durare nel tempo rispetto a quello del pian terreno di una casa di tre piani, esposto a sud in clima umido.


 

La preparazione del balcone da rinnovare

carteggiare il legno con grana 150 (evitate di fare salti di grana eccessivi, non passare dalla 60 alla 150, ma 60-80-120-150 o 80-120-150) e rimuovere la polvere con aria compressa o con pennello asciutto. Togliere le sacche di resina con una spatola o con l’apposito prodotto sresinatore Remmers V100.

La verniciatura:

Fatte tutte le premesse sulle problematiche costruttive e di esposizione dei balconi o degli steccati, gazebo o arredo giardino, occorre scegliere dei trattamenti di verniciatura che aiutino la durata del legno, conferendo loro un aspetto estetico gradevole e ben integrato nel contesto della casa sulla quale queste opere sono realizzate.

Vernici ad alto spessore sia in base acquosa che solvente, di qualsiasi marca o qualità, tipo quelle che si usano per i serramenti, danno un ottimo aspetto estetico ma sono destinate a sfogliare. Sono ottime per le finestre dove la vernice deve regolare l’assorbimento di umidità, i manufatti sono relativamente protetti e costruiti senza parti orizzontali piane e senza spigoli vivi.

Nell’arredo giardino o sui balconi non abbiamo queste caratteristiche e per contro abbiamo un grado di massima severità di esposizione alle intemperie; si devono assolutamente privilegiare cicli di verniciatura con una facile ed economica manutenzione; si tratta di prodotti che penetrano molto in profondità e che realizzano uno spessore molto basso, a volte lasciando anche una certa residua ruvidità superficiale E’ indispensabile avere impregnanti con pigmenti stabili alla luce per mantenere il colore nel tempo e sostanze biocide per la preservazione del legno. Nelle finiture è indispensabile avere resine molto resistenti e filtri UV per la riduzione degli effetti devastanti delle radiazione del sole. Ricordatevi che avere un legno bello appena installato non significa averlo bello anche nel tempo!


Nel merito delle possibili soluzioni tecniche, escludendo casi particolari, possiamo riassumere il trattamento del legno nuovo in 3 diverse soluzioni:
1° soluzione:
2 mani di impregnante
(Milesi YWT o XHT 8-18)

2° soluzione:
2 mani di impregnante cerato
(Remmers HK Lasur o Milesi XHC 6-618)

3° soluzione:
2 mani di impregnante
+ 1° mano di finitura a medio spessore
(Remmers HK Lasur + Langzeit Lasur
o Milesi XHC 6-618 + XGC33)


La prima è la soluzione più economica e può essere effettuata sia con l’impregnante ad acqua che a solvente. La versione in soluzione acquosa è rapida di essiccazione e inodore, più indicata per lavori all’interno perché non lascia odori nel locale. Attenzione che si possono verificare delle macchie di colore nelle sovrapposizioni delle pennellate qualora i pezzi fossero molto grandi e le temperature troppo elevate.

L’impregnante a base solvente benché più puzzolente, consente, in virtù della sua lenta essiccazione e di molecole più piccole, di ottenere superfici con colorazioni più uniformi. Si può applicare anche su legni leggermente umidi e con temperature comprese tra 0 e 30°.

Nel caso di legni particolarmente rovinati e “cotti” dal sole, si consiglia una mano preventiva di impregnante incolore in maniera da uniformare l’assorbimento del legno e consentire quindi alla successiva mano di colorato di essere uniforme e priva di macchie di leopardo dovute alle zone di diverso assorbimento del legno.

L’impregnazione con prodotti trasparenti non garantisce nessuna protezione dai raggi UV. Sono quindi sconsigliati in quanto hanno una durata estremamente ridotta. Qualora si desideri non alterare la colorazione naturale del legno, è possibile utilizzare colorazioni molto tenui come i colori eiche hell o pino-larice.

Si tratta ovviamente del ciclo di protezione più semplice ed economico e quindi necessita di una manutenzione periodica che però non richiede rilevigatura ma solamente la riapplicazione del prodotto stesso utilizzando una tinta speciale chiamata “natur”.

La seconda soluzione è molto simile alla prima con la differenza che gli impregnanti cerati (ad acqua o a solvente) contengono delle cere e resine idrorepellenti che garantiscono una migliore repellenza all’acqua insieme ad un miglior risultato estetico. Anche in questo caso sono sconsigliati i cicli incolore. Manutenzione con lo stesso prodotto.

La terza soluzione è la migliore in quanto unisce la protezione al legno da muffe funghi e raggi UV ottenuta con l’impregnante ad una ulteriore barriera ai raggi UV e alla pioggia con la finitura a medio spessore.
Quest’ultimo è un prodotto a base di resine alchidiche di lunga durata. La manutenzione viene effettuata con una finitura speciale chiamata “natur”.

A differenza dell’applicazione del solo impregnante in 2 mani, questa seconda soluzione è decisamente più performante in termini di durata e la sua manutenzione è dunque meno frequente.

In generale si consiglia di usare lo speciale sigillatore Remmers SW910 per proteggere le teste dei piantoni. Questo prodotto si usa prima dell’applicazione dell’ultima mano pellicolante, quindi prima del Langzeit Lasur o del XGC 33 nella 3a soluzione, oppure per ultimo in tutte le altre soluzioni; sigilla la parte del legno di testa prevenendo le spaccature ed i risucchi d’acqua e/o umidità. Accertarsi sempre che i prodotti acquistati siano resistenti ai raggi UV e contengano biocidi contro il fungo dell’azzurramento e della marcescenza.

Quando fare manutenzione:

La manutenzione dovrebbe essere fatta ogni qualvolta vedete che il vostro manufatto si sta rovinando, non esiste una regola, e non esistono prodotti miracolosi che durano anni; come scritto sopra, il limite non è del prodotto verniciante ma del manufatto e delle condizioni a cui viene esposto.
La manutenzione annuale ha un costo in termini di manodopera e prodotto bassissimo. Una semplice lavata con acqua e detersivo neutro o quello per i piatti (senza ammoniaca) e una mano di impregnante o finitura, e il vostro balcone sarà sempre come nuovo. Trascurare questa operazione significa compromettere la durata e l’aspetto estetico della vostra casa. Intervenire dopo molti anni significa avere costi di manodopera elevati dovuti alla levigatura della parte di legno ormai compromessa dagli agenti atmosferici.

Ultimi consigli:

• Non verniciate mai in condizioni di massima esposizione al sole in quanto il prodotto asciuga troppo rapidamente
• Affidatevi sempre agli specialisti del legno
• Diffidate di prodotti troppo economici
• Usate sempre prodotti di qualità